Le sette cene
La cena della Vigilia di Natale
Sul Monte Amiata si usava celebrare la Vigilia di Natale con una cena il cui menù prevedeva sette portate diverse e tutte di magro. Non si poteva mangiare carne durante tutta la giornata. Un proverbio recita : " Chi guasta la Vigilia, corpo di lupo e anima di cane".
Sette
sono le portate che compongono il menù, come i peccati capitali, i giorni della
creazione, le ore di luce in inverno.
2.Tagliatini con i ceci
4.Maccheroni con le noci
5.Baccalà arrosto
6.Vecchiarelle
7.Castagnaccio
Il
pane: durante la fuga in Egitto, Gesù Bambino, fu nascosto in un contenitore
con della pasta di pane che per gli ebrei era senza lievito. Ma questa pasta
lievitò fino ad avvolgere e nascondere il Bambino.
Le
minestre di ceci e fagioli: secondo il
rito dei saturnali che festeggiavano la
fine della fase discendente del sole sull’orizzonte rappresentano il sole, per dare energia e nutrire il corpo e la mente.
L’aglio:
ha lo scopo di allontanare gli spiriti
malefici ed è presente nei primi e
secondi piatti del menù.
I
maccheroni : rappresentano le “fasce del Bambino Gesù”.
Le noci: indicano prosperità e fecondità, mentre
l’uvetta, presente nel castagnaccio, è
simbolo di abbondanza.
Il
baccalà : il simbolo
della nuova creazione che Cristo realizza
con la sua venuta tra la gente.
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