"Foliage" in isolamento

 


 In isolamento per il  Covid, mi sta sfuggendo l'autunno di mano che inesorabile avanza tingendo i fianchi della montagna di colori smaglianti: giallo, arancio, rosso, verde, marrone bruciato. Le castagne, liberate dal riccio,  cadono dall'alto degli alberi con un tonfo sordo, rassicurante ai miei orecchi. Tu ed io, immersi in quel "foliage",  in cui cresceva il senso di appartenenza alla nostra meravigliosa terra, insieme ad una gratitudine smisurata e reciproca di esserci sempre, di amarci così profondamente. Ora, da sola, ammorbata dal virus,  non posso appagare i "nostri quattro occhi" e spalancarli alla bellezza. In queste mie giornate di solitudine infinita, rincorro con i ricordi quello che era il trionfo delle nostre emozioni. Allora, dalla mia tana, ricreo, per noi due, un inedito "foliage" che culla i nostri simboli, inalterati e resistenti  al rincorrersi delle stagioni. Fanno tenerezza, sono così minuti e semplici, ma così immensi per significato: una manciata di castroni, un mazzo di finocchio selvatico,  un vaso con le nostre ortensie essiccate e le infiorescenze dell'edera, a ricordare un'estate che non c'è più... E  una musica jazz ci abbraccia con nostalgia.

"In my solitude"









 Un  mazzetto di finocchio selvatico...un prato, le nostre mani intrecciavano memoria e futuro.