Peschine dolci del "rinfresco" a Bagnore
Fino a pochi anni fa, quando a Bagnore c'era un matrimonio, tutti gli abitanti facevano un regalo agli sposi. Non importava il valore del dono, l'importante era contribuire con un gesto di affetto alla costituzione di una nuova famiglia, procurando il necessario per mettere su casa. " Nno' sai quanto ci vole a fa fumà 'l camino", diceva la mia nonna Laura. Dopo il matrimonio, i familiari dello sposo o della sposa organizzavano un "rinfresco", al quale invitavano direttamente, uno ad uno o con il passaparola, tutti coloro che avevano fatto il regalo, cioè tutto il paese. Era una festa di tutti. Di solito si dedicavano diverse giornate al "rinfresco" e si suddividevano gli invitati per rioni (per esempio, oggi il Poggio, il Poggetto e case Bocchi, domani la Piana, poi la Buca ed i Prati). Si partiva a piedi , spesso in compagnia dei vicini e ci si recava alla casa degli sposi. Partecipavano soprattutto le donne ed i bambini, più rara era la presenza degli uomini. Qui era stato apparecchiato con cura, con i migliori serviti da tavola (sostituiti poi, a poco a poco, dalle stoviglie di plastica). Si offrivano quasi sempre tanti tipi di dolci, accompagnati da qualche vino liquoroso come il Vermouth o il Vinsanto, dal cioccolato in tazza, dal caffè o té. Le mie zie di Bagnoli, Elvira e Gustina, sostenevano che un "rinfresco" senza cioccolato non si poteva definire tale. Solo successivamente fecero la comparsa le bibite, come le aranciate o la Coca Cola ed i liquori veri e propri. I dolci tradizionali erano i genovesi (biscotti fatti a forma di S), i baci (le meringhe), le crostate, i salami (rotoli ripieni di crema o cioccolata bagnati con l'alchermes, detto "archemus"), gli zuccherini (piccoli ciambellini caramellati con l'anice), i ciambelloni, le peschine. I classici confetti augurali si tenevano in una zuppiera e venivano serviti direttamente nei piatti con un "ramaiolo"o un cucchiaione. Di solito nella stanza del "rinfresco", veniva esposto l'abito della sposa, perché fosse visto dagli invitati. Tutti i regali ricevuti venivano raccolti su diversi tavoli, a volte occupavano una stanza intera ed era quasi un obbligo farli ammirare dai presenti. Appena consumato il rinfresco si doveva lasciare il posto a sedere agli invitati del turno successivo. Prima di lasciare la casa dei genitori dello sposo o della sposa, si riceveva un piatto di dolci e confetti da portare a casa agli altri componenti della famiglia. Si aveva anche cura di distribuire questi "piatti degli sposi" alle persone ammalate e a chi era solo o anziano. Capitava così di incontrare gruppetti di donne che con il piatto in mano, facevano ritorno alle loro case o lo consegnavano a qualcuno che non aveva potuto partecipare. Tutti coloro che le incontravano capivano che stavano tornando dal "rinfresco".
Versione ispirata alle Pesche dolci al cioccolato di "Fatto in casa da Benedetta"
Ingredienti
2 uova; 100 g di zucchero; 130 g di olio di semi di girasole;100 g di latte; mezza bustina lievito per dolci; 500 g di farina; gusci di noci; burro o strutto per ungere; latte e caffè per la bagna; crema pasticcera; crema al cioccolato; Alchermes; zucchero semolato.

Procedura:
Mescolare le uova con lo zucchero, aggiungere il latte, l’olio, il lievito ed a poco a poco la farina, fino ad ottenere un impasto compatto e liscio. Ungere i mezzi gusci di noce.
Mescolare le uova con lo zucchero, aggiungere il latte, l’olio, il lievito ed a poco a poco la farina, fino ad ottenere un impasto compatto e liscio. Ungere i mezzi gusci di noce.
Formare le mezze pesche, facendo delle palline, che schiacciandole, copriranno il guscio della noce.

Disporre le mezze pesche su una teglia coperta con un foglio di carta da forno.
Cuocerle in forno caldo, alla temperatura di 170°, per circa 20 minuti. Una volta cotte, estrarre il guscio di noce che lascerà un incavo al loro interno.
A parte, preparare la crema pasticcera e la crema al cioccolato.
Bagnare l'incavo interno con latte e caffè. Riempire le mezze pesche con la crema (pasticcera o al cioccolato) ed accoppiare due parti, in modo da formare una pesca intera.
Passare ogni pesca nell'alchermes e poi nello zucchero semolato. Guarnire con foglioline di menta.
Antonella che bello il tuo racconto. Uno spaccato della nostra Italia, delle nostre radici. Buonissime anche le peschine. Un abbraccio
RispondiEliminaGrazie , Giovanna!
EliminaMa che bella la narrazione del "rinfresco" ! Per quel che mi ricordo io, dalle mie parti si lasciavano i regali esposti e i confetti erano in una ciotola... insomma mi ricordo quasi niente ! Le pesche le ho rifatte anche io ed è divertente farle , danno soddisfazione ! Complimenti !
RispondiEliminaGrazie, Giovanna, più passa il tempo e più mi lascio andare ai ricordi, forse è nostalgia ma anche il desiderio di far conoscere le nostre tradizioni ai miei nipotini. Un abbraccio
RispondiEliminaChe bello il tuo racconto , mi ha riportato a queoi tempi passati anche con un po' di nostalgia per quei valori . Buonissime le pesche dolci, voglio provare la tua ricetta . Un abbraccio, buona serata Daniela.
RispondiEliminaChe bel racconto mi è sembrato di tornare indietro negli anni, quando mi infilavo sotto il tavolo per mangiare al rinfresco, me li ricordi i matrimoni cosi, oggi che si ha tanto non si apprezza nulla invece allora bastava poco per essere felici e contenti, il gag da portare a casa poi era il massimo si faceva contenta tutta la famiglia, grazie della ricetta e per avermi portato in quelli anni cosi semplici ma belli
RispondiEliminaChe bei ricordi, bello conoscere le nostre tradizioni.... Complimenti per le peschine, sono deliziose! Baci!
RispondiEliminaJ'en mangerai avec grand plaisir.
RispondiEliminaA bientôt