Vitellone stracotto al Montecucco
Questa ricetta è legata ad una brevissima narrazione tramandata dal mio babbo e che riguardava il famoso stracotto della sua mamma, cioè della mia nonna Nunziata. Sembra che il suo sapore fosse insuperabile ma non conosco la modalità esatta della preparazione. Ho cercato di ricucire un ricordo dai pochi dettagli che conosco. Nonna Nunziata metteva a tavola ogni giorno una trentina di persone tra figli, marito, cognati, cognate e nipoti, quando vivevano tutti insieme al Terminuzzo, podere della fattoria Castello di Pietra, nel comune di Gavorrano. Aveva molta esperienza ed era una cuoca eccellente, ma più che nella grande cucina di casa, preparava lo stracotto al ristorante dell'albergo "La Posta" di Bagnore. A quei tempi era frequentato da persone influenti come politici, funzionari, scrittori che soggiornavano dal Sor Unito, "per passare le acque", cioè per fare le cure termali al vicino stabilimento dell' Acquaforte. Negli anni trenta non era certo un piatto tipico delle tavole semplici del Monte Amiata, ma sicuramente costituiva una preparazione bilanciata che teneva conto sia del guadagno del ristoratore (il taglio della carne di vitellone non era molto costoso) che del palato raffinato e "ben avvezzo" dei suoi avventori. Ciò che conta per me, in realtà, è fissare questo ricordo del mio babbo, che mi fa risentire il profumo di nonna Nunziata, quando mi abbracciava e mi raccontava le novelle, vicino alla stufa economica della sua cucina ... e tutto sapeva di bosco, di legno e di meraviglia.
Ingredienti
- taglio di carne per arrosto di vitellone (scamone, scannello...)
- 1 l. di vino rosso (io ho usato un vino delle colline toscane della mia zona, il Montecucco)
- 2 carote
- cipolla
- un gambo di sedano
- 1 spicchio d’aglio
- 3 foglie d’alloro
- 3 chiodi di garofano
- olio extra vergine d’oliva
- un po' di burro
- sale
- pepe in grani e macinato
Procedura
Legare la carne con lo spago affinché non si sformi durante la cottura. Pulire le verdure e sminuzzarle. Disporla in un recipiente a marinare con il vino, l’alloro, le verdure, pepe in grani, aglio e chiodi di garofano (io li metto dentro il filtro del tè perché rilascino soltanto il loro aroma), per 12 ore (di solito tutta la notte per cuocerla l'indomani).
Sgocciolare la carne ed asciugarla bene , poi rosolarla in olio d’oliva EVO ed un tocchetto di burro, finché non avrà fatto una bella crosticina da tutte le parti.
Aggiungere il vino rosso e le verdure sgocciolate, il sale ed il pepe necessario .
Proseguire la cottura ( per circa 2 ore), sempre nella stessa casseruola, chiusa con il coperchio.
Tagliare a fette sottili la carne, cospargerla con la salsa e servire.
Ma che bella la storia di Nonna Nunziata, le storie dei nostri nonni hanno sempre qualcosa di magico e non ti stanchi mai di ascoltarle. E che bontà questo stracotto, il vino di Montecucco poi è veramente buono! Un bacio
RispondiEliminaGrazie, Laura! Non riesco mai a discostarmi dalle mie radici, è più forte di me. Un abbraccio
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